Feldenkrais, Neuplasticità e Mindfulness

Moshe Feldenkrais applicò i principi della Neuroplasticità e della Mindfulness ancor prima che venissero scoperte dalle neuroscienze.

La consapevolezza motoria è il segreto per migliorare il movimento e il cervello, lo confermano le neuroscienze.
In sostanza la neuroplasticità è la capacità del sistema nervoso di adattarsi in risposta a una varietà di fattori e di stimoli interni o esterni, e può essere usata come una grande opportunità per migliorare la propria vita, anche in presenza di patologie.
Moshe Feldenkrais fu un precursore in questo campo, infatti usò i principi delle Neuroplasticità prima ancora che venissero scoperti. Nel libro di Norman Doidge “Le guarigioni del cervello” (Adriano Salari Ed. 2015 Milano) due interi capitoli sono dedicati a Moshe Feldenkrais.
Per Moshe Feldenkrais ogni individuo può riorganizzare sé stesso in modo specifico attraverso l’esperienza. Quando facciamo esperienza di qualcosa, il cervello si organizza da sé, la cosa fondamentale è che il cervello non può pensare senza le funzioni motorie.
Anche pensare di compiere un movimento stimola il movimento stesso, in modo molto sottile. Quando Feldenkrais chiese ad un allievo di immaginare solamente un movimento notò che il tono dei muscoli interessati aumentava.
La consapevolezza motoria è il segreto per migliorare il movimento, ed è alla base del metodo Feldenkrais. Moshe Feldenkrais infatti chiamava le sue lezioni Consapevolezza attraverso il movimento.
Potrebbe sembrare “magico” pensare che si possa migliorare radicalmente i problemi motori semplicemente raggiungendo una maggiore consapevolezza motoria, ma ciò accade e le intuizioni di Feldenkrais vennero poi confermate dal neuroscienziato Michael Merzenich.
Questa particolare attenzione all’autoconsapevolezza dipende in parte dall’incontro di Feldenkrais con l’aspetto meditativo delle arti marziali orientali che lo ha reso un precursore anche della Mindfulness diffusasi circa 50 anni dopo.
Feldenkrais scoprì tra le altre cose, che quando una parte del corpo è danneggiata, la sua rappresentazione mentale si riduce o scompare, nelle sue lezioni chiedeva spesso di eseguire movimenti piccoli e lenti per riorganizzare la corteccia motoria attraverso la consapevolezza.
II tipo di apprendimento previsto nelle sue lezioni era una fonte di sensazioni piacevoli che perdono la loro chiarezza se qualcosa offusca il piacere. Per questo anziché correggere gli errori, incoraggiava gli allievi a notare quando c’era mancanza di fluidità nei movimenti sperimentati.
Le persone dovevano imparare dai loro movimenti, non da lui. Durante le lezioni suggeriva di mettere da parte la facoltà critica: “non siate voi a decidere come eseguire il movimento, lasciate che sia il vostro sistema nervoso a decidere, ha milioni di anni di esperienza”
I bambini imparano a mettersi in piedi e camminare senza che venga loro insegnato come fare. Imparano per prove ed errori, spesso in modo casuale, quando sono pronti.
In un certo senso Moshe Feldenkrais chiedeva ai suoi allievi di compiere una libera associazione di tipo psicoanalitico, utilizzando i movimenti anziché le parole, in modo che le soluzioni emergessero in modo spontaneo. I bambini imparano a rotolare, gattonare, sedersi e camminare sperimentando casualmente.
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